Il tratto incisivo, articolato e puntuale resa veristica grazie alla sua abilità esecutiva...di Wally Paris

Egli attarda la scrittura pittorica, studiata dal critico francese M. Udo Kultermann nel 1972, ovvero riprende il movimento artistico nord americano orientato verso le correnti recuperanti realtà rappresentate in maniera esaltante. Lorettu privilegia un simile lessico narrativo per una nuova rilevanza da trasmettere al reiterato tema delle tradizioni isolane con costumi locali, processioni di paese, canti e suonatori tipici dei vari luoghi e maschere presenti nelle feste delle comunità. Il tratto incisivo, articolato e puntuale dà resa veristica grazie alla sua abilità esecutiva e, per allontanarsi da supposti mezzi fotografici o meccanici, egli ricorre talvolta alla inquieta rappresentazione derivata dalla "Nuova Oggettività" tedesca.

Nato a Villanova Monteleone , Leonardo Lorettu vive a Ploaghe, ove coltiva una pittura con immagini della tradizionale etnografica sarda, attraverso il linguaggio iperrealistico pervaso di ascendenze del realismo tedesco tra le due guerre.

Egli attarda la scrittura pittorica, studiata dal critico francese M. Udo Kultermann nel 1972, ovvero riprende il movimento artistico nord americano orientato verso le correnti recuperanti realtà rappresentate in maniera esaltante. Secondo lo stesso studioso il predetto movimento coincideva con gli artisti per i quali la composizione mostrava la conoscenza più esatta possibile dell’oggetto reale, oltre alla restituzione fedele di questa conoscenza. Contemporaneamente F. Faveton, altro critico, aggiunse a questo percorso linguistico una ricerca cosciente della coincidenza totale tra immagine e realtà; aggiunse inoltre come l’occhio percepiva tutto ciò: non sapendo se si trattasse di fotografie o di dipinti. Nel 1973 lo studioso A. Bovi ritenne tale trascrizione pittorica al limite non tanto dell’iperrealismo, quanto dell’aspetto diffuso, grottesco e provocatorio della società del tempo.

Lorettu privilegia un simile lessico narrativo per una nuova rilevanza da trasmettere al reiterato tema delle tradizioni isolane con costumi locali, processioni di paese, canti e suonatori tipici dei vari luoghi e maschere presenti nelle feste delle comunità. Il tratto incisivo, articolato e puntuale dà resa veristica grazie alla sua abilità esecutiva e, per allontanarsi da supposti mezzi fotografici o meccanici, egli ricorre talvolta alla inquieta rappresentazione derivata dalla "Nuova Oggettività" tedesca.

Nella "Nuova Oggettività" si erano prospettate immagini di un evento permeato da un sentire libero da vecchi valori per sostituirlo da nuovi determinati nella società tra le due guerre, sviluppati in una altra realtà. Questa corrente, rivisitata da Lorettu, acquista una nuova missione dell’arte nel vivere dell’epoca attuale. Egli raffigura i festeggiamenti della discesa dei candelieri, le acrobatiche corse a cavallo della "Sartiglia" o della "Corsa delle pariglie" di Oristano, oltre ai cantori di Nuoro e i suonatori di launeddas.

Di particolare interesse sono le "Piseddas ittiresas" del 1998, poiché nel gruppo delle donne in costume, egli sottolinea alcuni tratti dei loro volti senza compiacimenti estetici, con cenni di noiosa attesa e improvvisi disappunti. Una nuova invenzione non pregiudicante la preziosità dei bottoni d’argento in filigrana, pendenti lungo le maniche irrobustite da galloni dorati, né dai ricami floreali ai lati del rigido busto rosa intenso, né i veli bianchi trapunti qua e la in tinta, nè i corpetti in velluto rosso cupo e le gonne arricciate in cremisi. Scompaiono così le classiche bellezze della migliore gioventù locale, per mostrare donne in un cerimoniale rientrante ormai nel folklore ad uso dei turistici e dei nostalgici. La ripetizione, si oserebbe dire, di una ritualità della quale si è perduto il senso arcaico del mondo pastorale-agricolo della Sardegna, fermato da Giuseppe Biasi nella prima metà del Novecento.

In "Orrore a Beslam" del 2004, si ravvisano in Lorettu concordanze con Donna con Bambino del 1921 di Otto Dix; in "A cadd’e s’ainu" del 2001 si scorge, alla lontana, l’intonazione data al lavoro da Curt Querner nei Lavori dei campi del 1933. In queste ultime immagini si coglie la rassegnazione per una vita senza prospettiva e per una realtà dalla quale non si può sfuggire. 2

Nel ritratto di "Maria Giovanna" del 2002 si notano consonanze con la Donna in poltrona dipinta da Albert Heinrich nel 1925. Se la prima appare un’anoressica , la seconda, nonostante abbia un corpo maggiormente plastico, è palese prigioniera di un isolamento psichico dal resto del mondo.

Recentemente Leonardo Lorettu ha ricevuto la commissione di alcune opere religiose per la chiesa di Cristo Re di Ploaghe. Si tratta di dipinti devozionali su "La via Matris", ove il pittore rielabora gli innumerevoli esercizi compiuti sui grandi maestri: Caravaggio, Mantegna, Raffaelo, Andrea del Sarto, Michelangelo, Pompeo Batoni e altri.Uno studio attento dal quale trae una lezione eccellente per affondare temi sacri .

                                                                                                                                                  Wally Paris